IL SAMSARA DEI LIBRI, ovvero i libri come palliativo
La vita intesa soggettivamente, frammentata nelle sue infinite sfaccettature, con il ciclo di nascita, esistenza, morte, con il collettivo e l’individuale ben distinti, con tutte le sue visioni parziali, belle o terribili che siano: questo è il Samsara, la sensazione che l’impermanente sia reale e che le cose esistano nella stessa misura in cui vengono percepite.
La condizione di Samsara, se superata, porterebbe ad una percezione oggettiva, fondata, immobile.
Eppure l’impressione immediata spesso resta l’unica, sicché diventa inconcepibile intuire che canali percettivi poco usati porterebbero a una concezione diversa dell’esistente.
Il Samsara è una gabbia con tutti gli aspetti negativi della prigionia.
Evadere risulta impossibile se non si accetta di considerare categorie che vadano contro la logica e contro l’esperienza sensoriale.
L’unica forma di sopravvivenza nelle traversie diventano fantasiose invenzioni e seducenti illusioni. Hanno la consistenza dei sogni, sono precarie, mutevoli, condizionate e sono stimolate da molti fattori.
I libri sono uno fra questi tanti palliativi: descrivendo “realtà” parziali in base a presupposti limitati o errati, offrono sostegno nelle brutture della vita. Poco importa se non riescono a decostruire efficacemente la visione erronea delle cose: sono più potenti di molti altri mezzi perché ben visti e perché in grado di potenziare empatia e logica, linguaggio e pensiero in chi ne fa buon uso.
Possono trasformarsi in una doppia trappola, quando ci si convince di essere pervenuti al livello massimo cui aspirare; allo stesso modo i libri non sono tecnicamente utili quando non si è in grado di metabolizzarli, ossia di recuperarne gli estratti pratico-filosofici nel corso della propria vita. E ancora, perdono valore quando non se ne comprende la vera effimera natura.
I libri tuttavia sono strani perché, facendo uso di un sistema comunicativo come il linguaggio, di una struttura grafico-logica specifica, sono soggetti a sottendere con l’evidenza dei loro stessi limiti la possibilità di utilizzare altre strade. Proprio per le loro caratteristiche, per questa fragile e arbitraria struttura fisica e lessicale, rappresentano una visione del mondo totalmente filtrata ed evidenziano, sempre per la loro parzialità, la potenziale esistenza di altri canali attraverso cui indagare una realtà oggettiva.
Inoltre il sistema logico impiegato nella maggioranza dei libri ha la capacità di auto-negarsi, poichè la logica stessa prevede il suo contrario; persino razionalmente è possibile concepire la correttezza dell’irrazionale, a patto di non cadere nella “doppia trappola” cui si è accennato sopra.
La fisica peraltro, al pari di alcune religioni orientali, ha messo in luce come in sistemi diversi valgano regole differenti.
I libri insomma vanno usati bene. Vanno presi sul serio e nel contempo vanno demistificati.
Il Samsara dei Libri è un sito di parole sui libri scritte da chi legge; è un omaggio agli autori e ancor più ai contenuti da essi espressi.
E’ un sito scritto da chi fa uso di libri, consapevole della loro funzione palliativa. E’ un sito scritto da chi nei libri cerca anche informazioni utili per rispondere alle domande più ossessive sulla verità ultima, in attesa di poter mettere i libri stessi da parte.
Nel frattempo, pare che i libri siano piuttosto reali.